In questa guida spieghiamo come funziona lo scatto alla risposta.
Quando ci accingiamo a scegliere un abbonamento telefonico sono molti i dubbi che ci attanagliano. Questo perché, molto probabilmente, siamo assaliti da un numero impreciso e quasi infinito di proposte. A prima vista molte di loro possono sembrare particolarmente appetibili e interessanti, ma non bisogna farsi attrarre senza avere chiarito tutti i particolari. Dunque la parola d’ordine è esaminare con attenzione e avere una buona conoscenza dei particolari elencati che possono caratterizzare un determinato abbonamento telefonico. Uno di questi e, forse anche il più misterioso, è il famoso scatto alla risposta che sentiamo nominare da sempre, anche in relazione ai vari call center chiamati per chiedere informazioni o ricevere chiarimenti su un dato argomento.
A questo punto, prima di vedere nel dettaglio come funziona, proviamo a dare una definizione precisa del concetto. Con scatto alla risposta si intende una tariffa fissa che viene applicata da tutti gli operatori, sia che si tratti di telefonia mobile che fissa, che non varia in base ai minuti in cui si è stati impegnati nella conversazione. Dunque si tratta di un costo fisso che si ha non appena due utenti vengono collegati tra loro. Per quanto riguarda le chiamate nazionale, questa sorta di tassa fissa viene addebitata al chiamante. Fanno eccezione, ovviamente, solo le chiamate con addebito.
Per quanto riguarda, però, gli abbonamenti di ultima generazione, ossia quello dove è previsto il pagamento di un canone mensili in cambio di telefonate illimitate versi i fissi, lo scatto alla risposta viene annullato. Nel caso, invece, si scelga semplicemente un canone più basso, il pagamento alla risposta viene inserito nuovamente. A questo punto sorge spontanea una domanda, quella relativa a come capire quale risulta essere l’offerta più vantaggiosa. Ovviamente non esiste una risposta unica, ma molto dipende dalle vostre effettive esigenze e dalla frequenza con cui utilizzate il telefono. Molto semplicemente, se siete appassionati di conversazioni telefoniche o se per lavoro siete costretti a utilizzare questo strumento in modo intenso, è chiaro che non vi conviene sottoscrivere un canone che prevede lo scatto alla risposta. In caso contrario, invece, potete scegliere un canone più basso pagando lo scatto alla risposta.
Come potete vedere, si sta comunque parlando di costi contenuti che, però, se applicati a un’attività telefonica piuttosto intensa possono avere un peso non indifferente, incrementando la vostra bolletta telefonica. A questo punto, per comprendere meglio di cosa stiamo parlando, proviamo a fare un esempio pratico prendendo come elemento di paragone le offerte e le tariffe proposte dalla Telecom. Si tratta di un semplice conto per scoprire la proporzione che esiste tra le telefonate fatte e la spesa da sostenere. In questo modo si dovrebbe individuare la tariffa migliore e più adatta al singolo caso. Andiamo a vedere nel particolare.
Per prima cosa, ipotizziamo di avere a disposizione due tariffe. La prima prevede il pagamento di trenta euro al mese per telefonate illimitate senza scatto alla risposta. La seconda, invece, propone una tariffa di 23 euro al mese, sempre per telefonate illimitate ma, questa volta con lo scatto alla risposta. Facendo un conto velocissimo vediamo che la differenza tra i due è di soli sette euro. A questo punto si deve dividere 7 per 0,18, considerando uno scatto alla risposta di 0,18 euro.. Il risultato equivale a 38, ossia le telefonate che possono essere fatte in un mese. Ovviamente, se sapete di avere un utilizzo del telefono maggiore e di fare un numero superiore di telefonate, allora vi conviene scegliere un abbonamento fisso che non prevede lo scatto alla risposta. Nel caso, invece, la vostra media è molto al di sotto, allora potete serenamente prevedere il pagamento di un canone più basso con l’aggiunta dei 0, 18 euro a telefonata.